In via Golf Panorama, nella sede degli Alpini, sulla parete a sinistra è appeso un quadro donato dal compianto Derino Ranisi, che incornicia le fotografie di quelle "penne nere" di Gignese che al termine della guerra '15 - '18 fondarono il Gruppo.
Al centro l'allora capo-gruppo Angelo Molinari (detto Siso) e tutt'attorno quei bravi soldati che dopo sofferenze e sacrifici patiti al fronte, accomunati ai reduci
di altre armi, con dedizione e fatica edificarono la Scuola Elementare, dedicandola ai compaesani lasciati in trincea: " Gignese ai suoi Prodi". In un primo tempo il Gruppo si unì a quello di
Stresa (come lo testimonia un gagliardetto del 1923), poi aumentando il numero degli iscritti, si rese indipendente fino alla seconda guerra Mondiale.
Ciò che accadde durante l'ultimo grande conflitto, appartiene ormai alla Storia; tuttavia và ricordato che numerosi nostri Alpini, dopo l'8 Settembre '43, si
rifugiarono in montagna per non assecondare le imposizioni del tedesco occupante. Cessata la bufera che aveva sconvolto il mondo, i Reduci, nonostante le infinite necessità contingenti, si
rimboccarono le maniche terminando al rustico il fabbricato del" Circolo Vittorio Veneto", quella sede degli Alpini e dei Combattenti che ancora attende una definitiva e decorosa ultimazione.
Giunse anche il momento di ricostruire il Gruppo secondo le nuove direttive della Sede Nazionale; e il merito dell'operazione spetta in particolar modo al solerte Francesco Molinari, che
incoraggiato dall'allora Presidente della Sezione Intra Achille Ranzoni, nel 1963 avviò il Gruppo verso manifestazioni ed opere consone allo spirito e alla fratellanza alpina. alla presenza del
S. Torelli, del Gen. Martinoia, del presidente di Sezione Ranzoni e del Cappellano Don Fiora, il 06.06.1963 avvenne la Solenne ricostituzione con: capo-gruppo Fernando Zanda, segretario Francesco
Molinari, consiglieri Pier Giovanni Basalini, Attilio Ceschetti, Aldo Lilla (tessera L. 400).
Seguirono varie manifestazioni di qui in sintesi: agosto '64, donazione di alcuni banchi all'Asilo; agosto '75, inaugurazione del monumento all'Alpino; luglio '76,
festa in Pisciola con generosa offerta per i terremotati del Friuli; agosto '77, prima festa al Pia del Golf sul terreno generosamente offerto dal munifico Dott. Filiberti; agosto '81, donazione
di un elettrocardiografo all' ambulatorio di Gignese; agosto '84 - giugno '85, gemellaggio con il Gruppo Croviana ( TN ); agosto '88, ricostruzione e inaugurazione di un locali in funzione di
sede; agosto '90, al Pian del Golf viene sostituita la copertura del bar con un vero capanno; agosto '03 offerta per aiutare le popolazioni dell'Afganistan tramite i nostri Alpini che fanno parte
dell'Operazione ISAF; aprile - maggio '06, completa sostituzione del tetto della sede.
Delle sopracitate attività va ricordata particolarmente la significativa inaugurazione del Monumento all'Alpino, collocato prima dell'attuale sistemazione del piazzale " Alpini d'Italia ", di
fronte al Cimitero su un terreno amichevolmente donato dalla carissima Marianna Allesina (Marianin) a patto che al fianco dell'opera, a perenne sua tutela, fossero tumulati verticalmente: Giop e
Zanda. L'infaticabile Giovanni Aceti (Presidente della Sezione Combattenti) e il figlio Guglielmo s'incaricarono del trasporto e della posa del voluminoso masso proveniente dal monte; il
volenteroso Battista Strola ci rimise mezzo piede; il bravo Fin pensò all'asta della bandiera, il Natale, il Giop. Il Van, il Ricci e tanti altri di cui ci scusiamo di non citare il nome si
adoperarono alacremente affinchè il tutto riuscisse per il meglio. Infine Don Benvenuto Benedisse il Monumento. Anche la sede degli Alpini merita menzione; infatti allestita con cura da Antonio,
Battista, Giacomo (Gionanni) , Dante, Emilio, Mario, Giuseppe e Valeriano nell'agosto dell'88, alla presenza del Presidente di Sezione Comm. Antonio Cordero, della Contessa Pestalozza, sorella di
un caduto sul Don che recava una teca contenente terra di Russia, veniva inaugurato un piccolo locale da cimeli riguardanti la storia e la vita alpina del Gruppo. Ogni anno dopo le cerimonie di
rito con la S. Messa a ricordo dei morti, la deposizione di corone ai monumenti e la sfilata lungo le vie imbandierate del paese al suono dell'ormai affratellato "Corpo Musicale del Mottarone",si
svolgono i festeggiamenti con cibi tipici e danze al Pian del Golf; luogo incantevole gentilmente messo a disposizione dalla prodiga Dott.ssa Giulia Filiberti.
Inoltre dalla festa del '90, per mantener fede alla promessa fatta al Natale, prima della sua dolorosa morte, la sera del venerdì della nostra Festa tre Alpini portano una fiaccola dal piazzale
delle Scuole ( ora da qualche anno da Piazza Alpini d'Italia) fino alla Cappelletta dello Sciarè. Tuttavia l'intero racconto può essere riassunto in due semplici parole: anima alpina. Anima
alpina non vuol dire solo aver fatto il militare con un certo tipo di cappello in testa; anima alpina significa sentire e vivere qualità antiche; il servizio della Patria comune; il senso del
dovere e della solidarietà la capacità di essere tanti senza mai diventare massa, il gusto di fare bene le cose difficili e poi sorriderne. Anima alpina vuol dire talvolta aver bevuto più del
necessario la sera del sabato ( anche senza aver sete ) per poi presentarsi puntuali alla domenica per sfilare in perfetto ordine tutti uniti. E' il desiderio e il piacere di trovarsi insieme a
quelli che si conoscono e a quelli che non si conoscono. Insieme tra uomini che hanno sempre nel sangue la dignità dei nostri monti e delle nostre valli, che conservano lo spirito di un mondo che
non si esalta nella buona sorte, ma si abbatte in quella avversa; un mondo forse poco formalista, talvolta sbrigativo nei modi sul quale si può contare. Certo si può contare su quei " bocia "
magari freschi di congedo, si può contare su quei "veci" che imprecano per quel ginocchio che è meno articolato di venti, trent'anni fa....eppure li si vede sfilare lo stesso: impettiti....al
passo! L'Italia ha bisogno di gente così ecco l'efficacia della leva, ecco l'insegnamento della "santa naja".